È difficile prevedere un punto di minimo sui mercati azionari. La storia dimostra che le basse valutazioni sono un buon punto di partenza, sebbene non sufficiente, e che il punto di minimo viene spesso raggiunto 6-9 mesi prima del punto di minimo degli utili per azione, e 9 mesi prima del punto di minimo dell'indice ISM e pochi mesi dopo il picco dell'inflazione...

Cosa ci mostra la storia

Nel lungo periodo, le performance delle small e mid cap europee superano nettamente quelle degli indici generali. Dal 1° gennaio 2000, l'indice Stoxx Small 200 delle small cap europee ha realizzato al 30 settembre 2022 una performance cumulativa del +216% rispetto al +86% dell'indice Stoxx Europe 600 (performance dei dividendi reinvestiti).

Guadandole tuttavia più in dettaglio, si osserva che tendono a sottoperformare in periodi di recessione economica e a sovraperformare significativamente in periodi di ripresa economica.

Guardando alle fasi di rimbalzo, la seguente tabella mostra come le small e mid cap europee tendano a sovraperformare le large cap nei 12 e 24 mesi successivi al punto di minimo, rispettivamente del 9% e del 22%.

La stessa tendenza si è verificata durante la crisi del Covid 19, con un rimbalzo del 63% tra i punti di minimo di marzo 2020 e fine del 2020 per lo Stoxx Small 200 rispetto al +45% dello Stoxx 600.

Cosa vediamo oggi

Le stime sugli utili per azione per il 2023 iniziano ad essere riviste al ribasso. Le small e mid cap europee registrano sottoperformance dall'inizio dell'anno, facendo scendere le loro valutazioni a livelli simili a quelli delle large cap, il che le rende relativamente appetibili, in quanto presentano nel lungo periodo tassi di crescita degli utili per azione più elevati.

Le small e mid cap rappresentano un asset di diversificazione interessante rispetto alle large cap, permettendo di accedere a modelli di business altamente diversificati. Queste aziende dinamiche, già di dimensioni significative, sono in grado di adattarsi al contesto globale, grazie soprattutto a un management agile e coinvolto (che è spesso anche azionista).

Cosa facciamo noi

In un contesto di inflazione e di aumento dei tassi di interesse, siamo attenti al livello di indebitamento delle nostre aziende e alle loro valutazioni. Privilegiamo inoltre le società con un elevato pricing power, con forti barriere all'ingresso e interessanti driver di crescita a lungo termine, come la transizione energetica, la digitalizzazione e l'invecchiamento della popolazione.

È il caso, ad esempio, di Edenred. L'azienda offre soluzioni di pagamento per usi specifici dedicati al cibo (buoni pasto), al tempo libero (tessere regalo), alla mobilità (schede carburante) e ai pagamenti professionali (carte virtuali). L'aumento dei tassi di interesse favorisce i proventi finanziari di Edenred, che investe il denaro tra il momento in cui il buono pasto viene emesso e quello in cui viene utilizzato. Tra l'altro il valore dei buoni pasto è correlato all'inflazione.

Stiamo inoltre approfittando della flessione dei mercati per selezionare società di qualità, i cui livelli di valutazione stanno tornando, per alcune, alla media storica. Ad esempio, abbiamo recentemente investito in Rational (leader tedesco nei forni professionali) e in Amplifon (società italiana specializzata negli apparecchi acustici).

Rimaniamo fiduciosi sulla classe di attivi nel medio termine e, nonostante una visibilità sui prossimi mesi ancora limitata, siamo convinti che le nostre aziende saranno capaci di adattarsi alla congiuntura attuale e di rimbalzare con forza in seguito.

È tempo di tornare alle small e mid cap europee?

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