Da brutto anatroccolo a stella dei mercati azionari mondiali: l'incredibile trasformazione dei mercati azionari europei all'inizio dell'anno.

Li abbiamo lasciati moribondi, trascurati e persino "non investibili" per un gran numero di investitori, ed ecco gli indici di borsa del vecchio continente in testa al gruppo all'inizio del 2025.

I principali indici azionari europei hanno registrato rendimenti a due cifre (in dollari) in soli due mesi. I gestori, sempre pronti a estrapolare le tendenze, sanno che se si annualizzano queste performance, si ottengono incrementi superiori al 100%... cosa che ovviamente non avverrà! Resta comunque il fatto che l'avanzata è chiaramente superiore a quella di tutti gli altri principali mercati azionari e comincia a far riflettere gli asset allocator.

Nella misura in cui gli investitori sono attori razionali e i mercati sono efficienti - almeno in teoria - questo cambiamento nelle dinamiche del mercato azionario deve necessariamente riflettere un cambiamento oggettivo nei fondamentali di questa zona di investimento.

E la macroeconomia europea?

Va detto che, per il momento, questa ripresa dei mercati azionari non sembra riflettersi nello slancio di crescita dell'Europa.

Infatti, le prospettive di crescita del PIL nell'Eurozona, riviste gradualmente al ribasso alla fine dello scorso anno, sono state riviste al ribasso più o meno allo stesso ritmo all'inizio di quest'anno.

Se non è la crescita economica della regione a giustificare questo rinnovato ottimismo, forse deriva dall'aspettativa degli investitori di una politica monetaria più accomodante da parte della BCE (che avrebbe un effetto favorevole sul tasso di sconto dei modelli finanziari e giustificherebbe quindi un aumento dei multipli di valutazione delle azioni)?

Ma anche in questo caso la risposta è no. Infatti, le previsioni degli economisti tra metà dicembre e metà febbraio non sono cambiate, come mostrano le statistiche qui sotto:

Se la spiegazione non è macroeconomica, è necessariamente microeconomica. Le aspettative di crescita degli utili delle società europee sono state certamente riviste al rialzo in modo significativo negli ultimi due mesi, e sono queste aspettative a spiegare la buona salute dei mercati azionari europei.

Purtroppo, ancora una volta questa ipotesi non regge all'esame. Alla fine del 2024, il consensus prevedeva una crescita degli utili tra il 7% e l'8% per l'anno successivo. Questa cifra è esattamente la stessa due mesi dopo.

Le speranze degli investitori e il riposizionamento sono driver nascosti?

Come si spiega allora l'aumento delle azioni europee quando i dati macro e microeconomici sono nel migliore dei casi stagnanti o addirittura in calo?

Gli scettici della finanza diranno che non è possibile, ma ciò significherebbe trascurare due fattori esplicativi significativi: la speranza e il posizionamento.

La speranza che la situazione nell'Eurozona migliori finalmente grazie a una svolta politica in Germania, che consentirebbe alla principale economia dell'area, che negli ultimi due anni non ha registrato alcuna crescita, di risollevarsi. La speranza di un accordo di pace in Ucraina che risolva le questioni dell'approvvigionamento energetico e dei costi e il cui gigantesco progetto di ricostruzione gioverebbe all'economia dell'intero continente. In questa fase, è difficile per gli economisti includere queste speranze nelle loro previsioni, ma è possibile per gli investitori quantificare il potenziale borsistico aggiuntivo che rappresentano.

Infine, come non spiegare la performance in termini di flussi e posizionamento? Probabilmente non sarà sfuggito a nessuno che l'Europa è l'area in cui i deflussi sono stati più massicci negli ultimi mesi. Nei sondaggi sul posizionamento, è stata anche la regione verso la quale i gestori sembravano essere meno esposti. Di conseguenza, anche un modesto riposizionamento verso le azioni europee, per compensare un sovrappeso, può portare a una performance piuttosto forte di questi asset. Questo è esattamente ciò che hanno dimostrato le statistiche di raccolta fondi delle ultime settimane.

Nella fiaba di Andersen, il brutto anatroccolo si trasforma in un magnifico cigno. Senza sognare un simile destino per i mercati azionari europei, alcune delle speranze espresse dovranno essere realizzate se non vogliamo che questi due mesi di gioia borsistica si trasformino in un canto del cigno per i mercati europei.

La sorprendente rivincita dei mercati europei

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